Davvero sorprendente il successo, come si suol dire, di pubblico e critica, per la settima edizione di Udine 3D Forum, svoltasi nel capoluogo friulano dal 10 al 13 novembre 2016.
Un appuntamento tutto all’insegna del 3D, che sta ormai diventando una vera e propria tradizione. Si tratta infatti di un evento, tra i pochissimi purtroppo in Italia, in cui tecnologia e innovazione si uniscono in una formula di coinvolgimento unica, dando modo agli addetti ai lavori di incontrarsi e condividere dal vivo le loro esperienze.
Protocube Reply, già ospite nelle precedenti edizioni, è stata invitata a dare il proprio contributo per Udine 3D Forum 2016, presentando casi ed esperienze innovative in vari ambiti disciplinari.

Udine 3D Forum si conferma una manifestazione in grado di attirare molti professionisti ed appassionati delle tecnologie 3D, che possono assistere a tavole rotonde, dimostrazioni, workshop, casi studio e vere e proprie masterclass in cui approfondire le proprie conoscenze. (credits Udine 3D Forum)
Udine 3D Forum è stata l’occasione per esplorare “Tutte le forme del futuro“, sulla scia profetica del claim che ha ispirato la sua settima edizione. Una pluralità morfologica digitale, formata da tecnologie come la modellazione 3D, il rendering, l’animazione, la stampa 3D, la scansione 3D, la robotica, la realtà virtuale e la realtà aumentata, a loro volta declinate negli ambiti più eterogenei: dall’architettura al design, dai beni culturali alla conservazione del patrimonio architettonico fino agli ambiti più innovativi del manufacturing e dell’industria.
Una particolarità essenziale di Udine 3D Forum, insita nella filosofia dell’evento organizzato da Confartigianato Udine e Segnoprogetto, è quella di voler tracciare un filo conduttore per tutte le figure potenzialmente coinvolte nel radicale processo di innovazione che stiamo vivendo. Il Forum è infatti l’occasione di confronto tra esperti, formatori, aziende, liberi professionisti, studenti e artigiani digitali, i cosiddetti makers, cui è stata dedicata un’area specifica, che si è confermata tra le più interessanti dal punto di vista della ricerca pura.
La missione di Udine 3D Forum, pienamente condivisa da Protocube Reply, è quella di un 3D a misura d’uomo, formato in un contesto di tecnologia e innovazione coerenti con i valori etici che coincidono nel dare una risposta responsabile alle esigenze del futuro.

Al Forum il 3D si tocca con mano e si vive in maniera immersiva, grazie all’ampia area expo allestita presso l’Università degli Studi di Udine, che ha ospitato parte degli eventi in programma (credits Petrussi Photo Press)
Protocube Reply è stata parte attiva in un calendario eventi molto ricco, con quattro workshop focalizzati sulla stampa 3D per l’architettura, il design e la stampa 3D nelle logiche dell’industria 4.0, i controller VR per la realtà virtuale e la comunicazione delle nuove tecnologie in contesti innovativi, naturalmente con un particolare occhio di riguardo al 3D.
Parlare di stampa 3D per l’architettura a Udine è per Protocube Reply l’occasione per ricordare l’esperienza che ha visto nascere il plastico del nuovo stadio Friuli, realizzato per Udinese Calcio nel 2013 per supportare le operazioni di marketing di una struttura che è entrata in funzione ben prima del suo completamento, a causa della realizzazione in lotti successivi. Soltanto la simulazione 3D ha pertanto potuto garantire la percezione dell’impianto prima della sua ultimazione.
Gli obiettivi marketing-commerciali del settore Real Estate ricorrono nel caso studio presentato a Udine quest’anno: il plastico per l’operazione immobiliare Thovez 11, un grande cantiere di recupero e valorizzazione promosso e commercializzato a Torino da Gedim Spa. Thovez 11 è il risultato di una complessa operazione di modellazione 3D finalizzata a garantire un plastico ad elevato dettaglio, possibile utilizzando simultaneamente molte tecnologie di produzione, dalla stampa 3D full color alla fresatura CNC. Processi ibridi, per gestire migliaia di componenti con logiche non così lontane da quelle di un vero cantiere edile.

Particolare del plastico realizzato per supportare le iniziative di marketing e comunicazione dell’operazione immobiliare Thovez 11, per Gedim Spa (credits Protocube Reply)
Se la stampa 3D per l’architettura e il design costituisce in qualche modo un ambito consolidato nello scenario professionale, grande attenzione è stata dedicata alle applicazioni dell’additive manufacturing nell’ambito della produzione industriale. Come farà la stampa 3D ad entrare nei processi della Industry 4.0? La rivoluzione annunciata succederà davvero? E’ stato uno degli argomenti salienti del workshop 3D printing e Industry 4.0.
Oltre a definire tutte le tecnologie di stampa 3D e i materiali che sono al momento disponibili per le applicazioni industriali, è stato necessario focalizzarsi su quello che con ogni probabilità rappresenta il momento più innovativo dell’intera esperienza. Di quella rivoluzione, per ora più mediatica che altro, cui assisteremo nei prossimi anni. Oltre a produrre in maniera innovativa bisogna progettare forme e soluzioni realmente in grado di sfruttare quelli che sono i vantaggi teorici e pratici garantiti dall’additive manufacturing e dai materiali che si renderanno disponibili grazie ad un processo di ricerca e sviluppo in cui sono quotidianamente investite risorse incredibili.
Quali sono le forme del futuro? E soprattutto, come nascono?
Si è posta l’attenzione su due approcci metodologici, esemplificativi delle potenzialità che si aprono se si è disposti a rimettere in discussione gli schemi consolidati.
Da un lato la modellazione algoritmica e la modellazione parametrica che ne consegue. Tecniche che non condizionano il modo di progettare. Al contrario devono essere lo strumento con cui dare forma ad un nuovo pensiero generativo. Consentire di realizzare nuove forme, altrimenti impossibili, e controllarne l’esito, in ogni fase dell’esperienza progettuale. Fattori evidenti in esperienze come Spikes o Falabrac.

La modellazione 3D parametrica consente di progettare forme organiche complesse con il pieno controllo su qualsiasi variazione si renda necessaria. Falabrac è il risultato di un processo di artigianato digitale che coniuga la tradizione dell’argento al Nycrotek, risultato di un processo di ricerca e sviluppo teso e ricercare un materiale leggero, flessibile, robusto e stampabile in 3D in tutti i colori necessari alla definizione del catalogo prodotti (credits Falabrac)
Un altro approccio che sarà una costante nei processi produttivi della Industry 4.0 è dato dal design generativo. Se si produce con la stampa 3D un design tradizionale si è in grado di sfruttare soltanto una parte dei vantaggi dell’additive manufacturing, in quanto non si sarebbe in grado di sfruttarne le potenzialità dal punto di vista della forma e delle caratteristiche meccaniche dei materiali.
Rispetto a quanto avviene per la produzione tradizionale, il Generative Design consente di ottenere prodotti con caratteristiche analoghe ma forme concettualmente molto differenti. Più evolute. Nel processo contribuiscono algoritmi di intelligenza artificiale per ottimizzare il design, generando vantaggi molto significativi in termini di pesi e costi. L’ottimizzazione dell’intero lifecycle del prodotto costituisce inoltre un deciso acceleratore per il suo time to market.

Confronto tra un componente industriale (a sinistra) risultato di metodi di progettazione tradizionali, a loro volta basati su sistemi di produzione sottrattivi (es. stampaggio, NdR). Il design generativo (a destra) è invece in grado di sfruttare le potenzialità della manifattura additiva, per realizzare forme altrimenti non possibili con i sistemi di produzione tradizionali. Questo approccio consente di sfruttare molto più a fondo le caratteristiche fisiche dei materiali. Si ottengono prodotti che, a parità di caratteristiche meccaniche, impiegano una quantità di materiale decisamente inferiore rispetto ai processi tradizionali (confronto nell’immagine in centro). E’ facile intuire i vantaggi in termini di riduzione dei costi, del peso e del time to market, oltre ad una maggior sostenibilità complessiva (credits Airbus)
Non solo stampa 3D e modellazione 3D avanzata. Ad Udine 3D Forum abbiamo avuto anche l’occasione di divertirci con la Realtà Virtuale, la grande novità commerciale di questo 2016, che ha portato sul mercato soluzioni come HTC Vive, in grado di far vivere a chiunque un’esperienza immersiva ed interattiva in uno scenario ricreato ad hoc in computer grafica.
Che si tratti di impugnare una spada laser per combattere gli Stormtrooper o una serie di utensili per metter mano su un impianto industriale, il concetto è lo stesso. Occorre personalizzare i controller VR, in modo da garantire all’utente un’esperienza più veritiera e diretta nel contesto in cui si ritrova immerso. Protocube Reply ha approfondito l’argomento, argomentandone le potenzialità, grazie ad un workshop sulle procedure utili a personalizzare un controller VR di HTC Vive.

Personalizzare il controller VR garantisce all’utente un’interazione più efficace nell’esperienza immersiva che caratterizza la realtà virtuale. Il controller è una periferica fondamentale nelle interfacce VR. Un fattore che ha finora garantito ad HTC Vive di prevalere nettamente sul competitor Oculus Rift, di cui per ora è stato commercializzato soltanto il visore. Se l’utente non può interagire, viene infatti meno quello che è l’aspetto più rilevante di una possibilità come la VR (credits The Verge)
Quando ci si confronta con le tecnologie innovative diventa fondamentale il ruolo della comunicazione. Trasmettere una novità innesca un duplice rapporto, tra chi deve comunicare la propria tecnologia e chi la deve divulgare e raccontare. In uno scenario in continua evoluzione, giornalisti da un lato e, dall’altro, un folta schiera di figure professionali tra cui marketer, addetti stampa/PR e addetti alla comunicazione aziendale devono adottare un nuovo linguaggio, nuovi metodi espressivi. Si rende pertanto necessaria una grammatica comune. Protocube Reply ha contribuito quale caso studio al workshop “Giornalismo e tecnologie alla ricerca di una grammatica comune“, realizzato in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti del Friuli Venezia Giulia. Oltre alla ricerca sulle applicazioni in senso stretto, è infatti fondamentale contribuire all’evangelizzazione sulle tecnologie 3D, ai fini di preparare un pubblico sempre più ampio al dialogo con i processi innovativi che caratterizzano il futuro dell’industria.
Uno degli aspetti più evidenti di Udine 3D Forum è notare l’incredibile velocità con cui il 3D sta evolvendo nei vari scenari che lo vedono protagonista. Anno dopo anno, nuove tecniche, nuove applicazioni, passi avanti enormi per le tecnologie 3D che, con un pizzico di azzardo, possiamo definire consolidate. Siamo certi che l’anno che ci aspetta costituirà un’iperbole ancora più forte verso l’innovazione e lo sviluppo del 3D in tutti gli ambiti applicativi. E siamo ancor più certi che non vediamo l’ora di parlarne ancora, a Udine 3D Forum 2017.