Notre Dame – La ricostruzione parte dal 3D

la notre dame di assassin's creed unity (credit: ubisoft)

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Francia sotto shock per il rovinoso incendio che ha coinvolto uno dei simboli del paese: la Cattedrale gotica di Notre Dame di Parigi, una delle location più visitate al mondo, tappa pressoché obbligata per chiunque si rechi nella capitale francese.

Dopo lo sgomento iniziale, il day after lascia spazio alla reazione, a quella volontà di recuperare un monumento il cui valore simbolico, tanto nella memoria quanto nell’immaginario collettivo del popolo francese, supera certamente il valore architettonico dell’opera. I fondi non mancheranno: oltre al governo francese, le famiglie Arnault e Pinault, magnati del lusso francese, hanno già assicurato il pieno sostegno alle operazioni di restauro e molti altri brand non si lasceranno certamente sfuggire una simile occasione di mecenatismo nazionalistico.

Cosa fare, dunque? Dando quasi per scontato che, dal punto di vista scientifico, verrà utilizzato il criterio di restauro del “dov’era, com’era“, l’istruttoria per il nuovo progetto troverà ampio supporto documentale grazie alle iniziative di mappatura e ricostruzione digitale messe in atto di recente grazie ad avanzate tecnologie di scansione 3D e modellazione 3D, che hanno consentito di ottenere una replica digitale perfetta della Cattedrale parigina.

Il rilievo 3D del professor Andrew Tallon

Una replica digitale della Cattedrale di Notre Dame nel 2015 da un gruppo di ricerca capitanato dal professor Andrew Tallon, di recente deceduto, che mediante tecnologie laser scanner 3D ha rilevato interamente sia l’esterno che l’interno del monumentale complesso parigino. Dai dati del rilievo è stato ricostruito un modello 3D integrale, preziosissimo per l’opera di ricostruzione che si profila. Il processo di ricostruzione digitale di Notre Dame è stato inoltre documentato in un “making of” prodotto da National Geographic.

Laser Scanning 3D – il rilievo della Cattedrale di Notre Dame – con intervista al professor Andrew Tallon (credit: National Geographic)
La Parigi pre rivoluzionaria di Assassin’s Creed: Unity

Meno rigoroso dal punto di vista scientifico, ma altrettanto rilevante dal punto di vista documentale è senza dubbio il lavoro di ricerca realizzato per ricostruire il modello 3D di Notre Dame presente in Assassin’s Creed: Unity, il capitolo della celebre saga videoludica che vede opposti assassini e templari agli inizi della Rivoluzione Francese. Arno, Elise e gli altri protagonisti di Unity inscenano le loro vicende in una Parigi molto differente da quella che siamo abituati a vedere oggi. Ricostruirla in 3D è stato il risultato di un enorme lavoro di ricerca, operato da un team di storici sui documenti d’archivio e mediante il rilievo diretto dei monumenti tuttora conservati.

Il modello 3D di Notre Dame realizzato in Assassin’s Creed: Unity ospita diversi momenti cruciali del gioco e raffigura la cattedrale prima del saccheggio rivoluzionario. Sono gli anni della disgrazia da cui la cattedrale di sarebbe risollevata soltanto in epoca napoleonica. Forti di un budget di produzione tipico di un videogame tripla A, gli sviluppatori di Ubisoft hanno potuto investire circa due anni di lavoro per rilevare pietra per pietra la Notre Dame attuale e reinterpretarla soprattutto per quanto riguarda la realizzazione degli interni, in parte perduta, in parte caratterizzata da opere protette da inespugnabili diritti d’autore, come nel caso delle decorazioni artistiche delle vetrate.

Intervistata all’epoca da Destructoid, Caroline Miousse, senior level artist di Ubisoft, ha evidenziato come: “Modellare Notre Dame è stato inizialmente stressante, per via dell’enorme senso di responsabilità che deriva dal dover rendere un’opera così nota, sotto gli occhi di tutti. Il nostro approccio è stato quello di realizzarla in 3D, come se avessimo dovuto costruirla in scala 1:1“. Il risultato è stato un processo di modellazione “mattone per mattone” simile a quello di una costruzione LEGO. Caroline Miousse ha lavorato oltre due anni per costruire Notre Dame in 3D, senza aver mai visitato la Notre Dame vera: “Ho potuto visitare la cattedrale soltanto dopo aver concluso il lavoro per Unity, ed ho avuto letteralmente la sensazione di sentirmi a casa. Conoscevo ogni dettaglio di quel posto e l’ho ritrovato nella realtà. Creare gli ambienti di un videogioco equivale a cercare di offrire un’emozione al giocatore, ed è la stessa che ho provato quando sono entrata a Notre Dame“.

Come reso noto da una nota ufficiale, Ubisoft ha effettuato una donazione di 500.000 euro a favore della ricostruzione, oltre a rendere disponibile gratuitamente Assassin’s Creed: Unity, nella versione PC per un periodo limitato di tempo (dal 17 al 25 aprile) presso i canali ufficiali Uplay e UBI Store.

Lo spettacolare cinematic trailer di Assassin’s Creed: Unity mostra la skyline della Parigi pre-rivoluzionaria, in cui monumenti come Notre Dame e la Bastiglia emergono con prepotenza rispetto all’impronta urbanistica di derivazione medievale, molto differente rispetto a quella che possiamo ammirare oggi. L’impianto ottocentesco ha visto infatti il disegno dei celebri Boulevard, i grandi viali che hanno totalmente ristrutturato la morfologia della capitale francese, dotandola di spazi più ampi e salubri, oltre che adatti alla circolazione dei mezzi dell’epoca contemporanea (credit: Ubisoft)
Dalla ricerca di Assassin’s Creed alla creazione di nuove esperienze didattiche: il Discovery Tour

Non si tratta dell’unica circostanza in cui gli studi operati dagli storici consulenti di Ubisoft per realizzare i titoli della serie Assassin’s Creed hanno ricevuto la meritata attenzione mediatica, per via della loro accuratezza. Potremmo citarne un paio. Alcuni anni fa, in seguito a scavi realizzati a Roma, i lavori si bloccarono per via dell’emergere di un antico complesso murario, ben rappresentato nella favolosa Roma risorgimentale in cui è ambientato Assassin’s Creed: Brotherhood, il secondo capitolo della trilogia che vede quale protagonista Ezio Auditore. In buona sostanza, se i progettisti avessero giocato ad Assassin’s Creed: Brotherhood, sarebbero stati ben consapevoli di quanto li avrebbe aspettati nel sottosuolo in quel preciso punto, ed avrebbero potuto valutare un tracciato alternativo.

In tempi più recenti, la realizzazione di Assassin’s Creed: Origins, ha visto un’intenso lavoro di ricerca per ambientare le principali città egiziane negli anni di Giulio Cesare e Cleopatra, quando opere come le piramidi e la Sfinge avevano erano già reperti con oltre 3000 anni di storia. In tal senso la ricostruzione di Alessandria D’Egitto costituisce un vero e proprio capolavoro. Lo stesso approccio è stato seguito per raffigurare la leggendaria Valle dei Re nel flashback temporale necessario per ambientare una delle espansioni del gioco.

L’enorme lavoro di ricerca svolto dal team di storici diretto da Maxime Durand è stato alla base del Discovery Tour, un’esperienza didattica interattiva del tutto indipendente dal gioco principale. Stavolta non si tratta di uccidere i templari piuttosto che i romani oppressori, piuttosto che massacrarsi nelle arene gladiatorie, piuttosto che nelle corse sulle bighe. Il Discovery Tour consente di impersonare il proprio personaggio preferito per visitare tutti i luoghi del gioco attraverso un’esperienza parallela, attraverso i mini tour guidati che consentono di scoprire i segreti dell’architettura, delle vicende storiche e degli usi e costumi tipici del popolo egizio nella sua millenaria storia.

Il lavoro svolto da Durand e dal suo team ha ottenuto i meritati riconoscimenti di pubblico e soprattutto di critica, come testimoniano i numerosi convegni tenuti dal giovane storico canadese presso importanti istituzioni scientifiche, tra cui il Museo Egizio di Torino. Il direttore Christian Greco ha sposato la causa di Durand rivelandosi entusiasta di un media capace di coinvolgere in maniera così efficace una fascia di pubblico davvero molto variegata, a patto che i contenuti si fondino su un rigoroso lavoro di ricerca scientifico, come nel caso del lavoro svolto dal team di Ubisoft. Il 3D interattivo, che utilizza la tecnologia tradizionalmente utilizzata per lo sviluppo dei videogiochi, inizia ad essere dunque visto anche dagli addetti ai lavori quale una grande opportunità per attirare il pubblico verso i temi dell’antico Egitto.

Una breve recensione del Assassin’s Creed Discovery Tour, una delle più riuscite esperienze didattiche interattive finora pubblicate sull’antico Egitto (credit: Outside Extra e Ubisoft)

Le tecnologie 3D si rivelano dunque fondamentali e finalmente sempre più protagoniste in ambito Heritage, sia per quanto concerne l’acquisizione di dati digitali utili quale supporto per la conservazione di un bene culturale, sia per le iniziative di edutainment che si possono creare grazie alle esperienze ludico-interattive.

Per ulteriori approfondimenti su Notre Dame in 3D, suggeriamo la lettura di – Historian uses lasers to unlock mysteries of Gothic cathedrals di National Geographic – (articolo in lingua inglese)

Per ulteriori approfondimenti sull’impiego delle tecnologie 3D in ambito Heritage suggeriamo i seguenti contenuti, pubblicati in precedenza su 3D STORIES:

3D, Archeologia e Paesaggio: la visione di Siponto

3D Digital Heritage: Material Speculation ISIS

Note – l’immagine di copertina ritrae la facciata principale di Notre Dame in Assassin’s Creed: Unity (2014, credit: Ubisoft)

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Francesco La Trofa

Architetto e giornalista, con 20 anni di esperienza nelle tecnologie 3D.
Consulente di enti pubblici e aziende 3D per aspetti legati alla progettazione e alla comunicazione.
Responsabile dei contenuti editoriali di Treddi.com e co-fondatore dei Digital Drawing Days, evento unico nel suo genere in Italia.
Collabora attivamente nella ricerca e nella didattica presso il Politecnico di Milano.
Per Protocube Reply cura 3D STORIES.