This post is also available in: English
La Milano Design Week 2018 si è confermata un evento di assoluto richiamo a livello internazionale, con numeri di visitatori in netta crescita sia al Salone del Mobile che negli eventi in programma presso i distretti del Fuorisalone. Ci siamo stati e vi proponiamo alcuni spunti creativi e tecnologici emersi durante la settimana più dinamica dell’anno.
OBIETTIVO COMUNE: CUSTOMIZATION
L’esigenza di personalizzare il prodotto, sia per quanto concerne le sue caratteristiche che i desideri del cliente, sta diventando un vero e proprio punto fermo nelle strategie di marketing e comunicazione delle aziende. Gli showroom e i flagship store dei principali marchi di arredamento hanno sfoggiato configuratori 3D di ultima generazione. Moltissime le esperienze immersive proposte, tra installazioni in Realtà Virtuale e applicazioni in Realtà Aumentata diffuse per l’intera città.

Le esperienze in VR sono state tra le principali attrazioni della Design Week 2018, in grado di attirare moltissimi visitatori, sia per l’offerta dei contenuti che per la generale curiosità di indossare un headset e provare ad immergersi in un mondo costruito interamente in 3D (credits Dassault Systemes)
Alla “regola” della personalizzazione non sfuggono certamente le icone del design. E’ il caso di MINI, Inspired by Origins. Accanto all’avveniristico concept Mini Vision Next 100, BMW ha scelto di riproporre alcuni grandi classici in versione limitata, come la Mini Paul Smith, nel contesto del lancio della linea di accessori custom disponibili per i modelli attuali.

MINI. Inspired by origins. La storia creativa di Mini in mostra alla Triennale di Milano. Dai modelli classici, con il primo concept di Sir Alec Issigonis, all’avveniristico prototipo della serie Next 100, in cui emerge chiaramente l’impronta tecnologica di BMW. A destra la celebre livrea personalizzata da Paul Smith, prodotta in edizione limitata all’inizio degli anni Settanta (credits motori.quotidiano.net e motori.it)
Presso le sale della Triennale di Milano, Martinelli Luce ha proposto 23 varianti d’autore di un grande classico della sua collezione: la lampada Cobra. In occasione dei 50 anni, il modello originale di Elio Martinelli è stato reinterpretato da progettisti e designer del calibro di Karim Rashid, Alessandro Mendini e Marc Sadler. Cobra Texture è l’iniziativa di lancio del contest rivolto ai designer Under 35: Cobra Re-Loaded, che consente a tutti di scaricare il modello 3D della lampada e personalizzarla con la propria texture. Il primo premio offerto dall’azienda lucchese prevede la realizzazione a catalogo, comprensivo delle royalties: un’opportunità di sicuro interesse per i designer in cerca di visibilità.

Le 23 versioni di Cobra Texture protagoniste alla Design Week 2018 (credits Martinelli Luce)
Un’altra opzione per personalizzare le soluzioni di arredo e design è quella del pattern. L’utilizzo di motivi grafici è stato uno dei principali protagonisti della proposta di LAGO, che si è affidata all’allestimento di Italianism e all’estro creativo di ben 41 visual artist. I pattern, del resto, sono anche un modo per raccontare visivamente una storia.

Uno dei 41 pattern proposti da Italianism per l’allestimento di “Come si dice Pattern in Italiano?” mostra di LAGO alla Design Week 2018. Opera di Livia Massaccesi. (credits by design playground)
STAMPA 3D: SI, ANCHE PER L’ARCHITETTURA
L’utilizzo della stampa 3D per i prototipi di design sta diventando ormai una prassi diffusa, in grado di costituire ormai la casistica prevalente, data la crescente disponibilità di materiali e tecnologie. La suggestione su cui vogliamo porre l’attenzione è relativa ad una scala maggiore, quella dell’edificio. 3D|Housing05 è l’innovativo concept di casa stampata in 3D in opera, su progetto di CLS Architetti, in collaborazione con Italcementi, Arup e Cybe. Al di là della dialettica espressa dalla dichiarata volontà di “migliorare la qualità della vita attraverso la rivoluzione della tecnologia” i 5 punti fondativi: Creatività, Sostenibilità, Flessibilità, Economicità e Rapidità, prendono forma grazie all’azione di un braccio robotico, in grado di realizzare, layer dopo layer, l’intero involucro dell’edificio.
Non si tratta, come erroneamente riportato da alcuni media, della prima casa stampata in 3D (WASP da molti anni sperimenta sul tema, NdR), ma si tratta certamente di una evoluzione del concetto di fabbricazione grazie al contributo della Robotica che, utilizzando un “comodo” estrusore, propone un’alternativa concreta ad una stampante 3D dall’area di stampa enorme. Un concetto di costruzione flessibile, dalle grandi potenzialità, ancora distante dal poter essere spendibile su grande scala. In particolare, i limiti che andranno superati sono relativi all’automazione del robot e alla durevolezza dei materiali. Oggi il robot è in grado di realizzare a controllo numerico ogni singolo pezzo, ma non è in grado di spostarsi relativamente alle coordinate che gli consentirebbero di realizzare in autonomia l’intero edificio. Occorre spostarlo “manualmente” in corrispondenza delle varie parti da realizzare. L’intento, pienamente ecosostenibile, vede l’impiego di un materiale sbriciolabile e riutilizzabile in altri contesti, per rimodellare nuove case. Una visione suggestiva, ma la prima considerazione pratica in vista di qualsiasi implementazione pratica è che, oltre al marketing, serviranno certezze. Arriveranno, ma è evidente che i tempi non siano ancora maturi per una diffusione massiva della stampa 3D per l’architettura.
Sul piano dell’espressione formale i risultati raggiunti sono assolutamente promettenti, così come i tempi di esecuzione, che vedono una costruzione di un unico livello di circa 100mq realizzabile in meno di una settimana. Ora che è stata spenta la macchina mediatica, non resta che attendere fiduciosi i prossimi sviluppi.

3D|Housing05 coniuga la ricerca in molti ambiti tecnologici, che spaziano dall’architettura all’interior design, dai materiali alla produzione (credits Italcementi)

Uno scorcio dell’interno. All’arredo minimal si associa l’impronta fortemente materica delle pareti realizzate in stampa 3D, in cui ritroviamo una forte espressione del cosiddetto “effetto layer”, alternato a finitura liscia e rivestimenti lapidei, che alternano in modo bilanciato tinte calde e tinte fredde. (credits Italcementi)

Il robot di Cybe in azione per realizzare in opera la casa stampata in 3D di CLS Architetti (credits Italcementi)
NUOVE FUNZIONI, NUOVE ESPRESSIONI FORMALI, NUOVI STRUMENTI 3D
Ogni anno la Design Week rinnova il proprio appuntamento con la sperimentazione. Nuove funzioni, nuove forme, ottenibili grazie all’utilizzo di nuovi strumenti 3D, sempre più protagonisti sia nella progettazione che nella produzione degli elementi. E’ il caso dell’installazione realizzata per Dassault Systemés da Kengo Kuma. Breath /ng è un concept a spirale composto da 120 pannelli origami realizzati da Anemotech con un particolare tessuto in grado di catturare le molecole inquinanti presenti nell’atmosfera. L’opera dell’archistar giapponese ha caratterizzato la principale attrattiva dell’evento Design in the Age of Experience, proposta Dassault presso Superstudio, storica location del Tortona Design District.
Breath /ng, con la sua suggestione architettonica, è il risultato dell’utilizzato combinato di molte tecnologie 3D, dai tool di progettazione della piattaforma 3DExperience alle stampanti HP Jet Fusion 3D 4200, fondamentali per realizzare decine di giunti tutti differenti tra loro.

Il modello 3D di Breath /ng è stato progettato in CATIA, celebre CAD/CAM di Dassault, che consente di gestire la produzione a controllo numerico degli elementi (credits Dassault Systémes)

I giunti della struttura di Breath /ng sono stati realizzati in stampa 3D, grazie alla tecnologia Multi Jet Fusion di HP. L’intera installazione (a sinistra) è alta circa sei metri ed è composta da 120 pannelli uniti da 46 giunti, con bracci di collegamento multidirezionali in fibra di carbonio (credits Dassault Systemés)
Produzione tradizionale, tramite fresatura CNC, ma strumenti di progettazione innovativi nel caso di Oyster, il concept di seduta proposto da Arturo Tedeschi. Il prototipo è stato progettato con Rhinoceros grazie all’integrazione del VR tool Mindesk VR, software sviluppato dall’omonima startup italiana, attualmente capitalizzata a San Francisco. Oyster è un caso concreto di come oggi sia possibile progettare direttamente in Realtà Virtuale, come abbiamo visto nella nostra recente rassegna dedicata ai VR Design Tool.

MindeskVR è un plugin di Rhino che consente di progettare con un interfaccia in Realtà Virtuale. I vantaggi di questo workflow sono un approccio molto più diretto al design, che avviene direttamente in uno spazio tridimensionale (credits MindeskVR)
Lungi dal poter offrire una rassegna esaustiva sugli oltre 4000 eventi che hanno caratterizzato la Design Week 2018, speriamo di avervi offerto degli spunti di indagine e riflessione utili per le vostre prossieme esperienze in 3D. L’appuntamento è già fissato per l’anno prossimo, per un’altra settimana da non perdere all’insegna del Design e dell’Innovazione.
This post is also available in: English