3D Printing Market – i numeri di un business miliardario

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In attesa che i report primaverili ci consegnino i dati ufficiali del 2017, si preannuncia un 2018 davvero molto interessante per il mercato del 3D Printing e, più in generale, all’intero indotto dell’Additive Manufacturing: in ottica Industry 4.0, e non solo.

Il Wohlers Report, una delle fonti più autorevoli in quanto a reportistica e previsioni di mercato in ambito 3D Printing e Additive Manufacturing, ha tracciato per il 2016 un volume di ricavi per 6,063 miliardi di dollari, numeri che supportano il generale entusiasmo nei confronti di questa tecnologia. Si tratta di un aspetto facilmente percepibile anche nei principali eventi di settore, come il Formnext e il Rapid TCT, che nel 2017 hanno visto un sensibile incremento nel numero e nella qualità degli espositori presenti.

Se HP, grazie alle sue nuovissime Jet Fusion,  è entrata direttamente nella top 5 dei produttori di stampanti 3D industriali, il 2016 le hanno fatto compagnia ben 35 nuovi produttori, oltre un terzo in più rispetto all’anno precedente (62 nel 2015, 97 nel 2016, fonte Wohlers).

Se i 6 miliardi del 2016 sono numeri ancora lontani dai 24 miliardi di revenue previsti per il 2025 (fonte Grand View Research), a generare ottimismo e fiducia negli investimenti sono soprattutto le incidenze di crescita percentuali (+22% stampanti 3d professionali / industriali, +45% stampanti desktop / prosumer – dati riferiti ai primi tre trimestri del 2017, fonte Context).

Se volessimo divertirci in termini di proiezioni future, sempre con riferimento al 2025, le previsioni spazierebbero dai “soli” 12 miliardi di dollari previsti dai forecast di Lux Research ai 180 miliardi prospettati da McKinsey. Come sarebbe possibile tutto ciò? Recentemente, sullo spunto di uno studio commissionatole da Zortrax, Deloitte Poland ha condotto un’accurata analisi dei report pubblicati in materia di 3D Printing, in cui emerge una forbice previsionale molto ampia, condizionata sia dai differenti parametri utilizzati, sia dalla grande varietà di fattori in grado di condizionare gli andamenti di mercato nell’arco di un decennio. Filtrando ed interpretando i dati rilevati, Deloitte ha proposto una sintesi che tiene conto dei principali aspetti del business della stampa 3D, tra cui il volume d’affari generale, le previsioni fino al 2020 e la diffusione delle principali tecnologie di stampa presenti sul mercato.

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I risultati dell’analisi condotta da Deloitte Poland offrono una panoramica credibile dei numeri del mercato della stampa 3D (credits Zortrax)

Un altro fattore di ottimismo è costituito dalla netta sensazione di aver finalmente scacciato il sensazionalismo mediatico legato a filo diretto alle false illusioni che tenevano puntualmente banco fino a tre anni fa quando si menzionava la stampa 3D. Non si parlava d’altro, sembrava che dovessimo avere tutti in casa una stampante 3D. Per farne cosa? L’innovazione incontra il successo commerciale se risponde a esigenze reali del mercato. La storia ci insegna, e ci conferma, come le impennate in borsa legati ai trend tecnologici siano il risultato di manovre speculative, piuttosto che il risultato di solidi investimenti. Il risultato è una fragilità che si traduce quasi sempre in inevitabili crolli. Oltre agli investitori che ci sono cascati, ne hanno fatto le spese produttori come Makerbot, i cui numeri (circa 90.000 stampanti vendute nel 2015, NdR) sono stati ritenuti fallimentari in quanto non rispondenti alle previsioni che prospettavano il brand consumer di Stratasys come alfiere di una tecnologia da mercato di massa in grado di entrare in tutte le case, neanche stessimo parlando di telefoni, computer o televisori. Per inciso, gli stessi numeri sarebbero stati tutt’altro che deludenti se valutati con altri parametri, più realisti e consapevoli. Dopo aver prospettato un boom fittizio, molti media, con invidiabile disinvoltura, hanno virato verso titoli del tipo: ” La crisi della stampa 3D”, quando questo settore, pur mettendo in conto gli episodi negativi cui abbiamo fatto cenno, in crisi non lo è mai stato, avendo registrato numeri di crescita costante ogni anno.

I tempi della personal fabrication, della stampa 3d diffusa, molto probabilmente arriveranno, ma costituiscono un argomento totalmente differente rispetto al business della stampa 3D legato alla manifattura. Sono aspetti su cui è necessario operare una netta distinzione sia sul piano concettuale che sulle ripercussioni pratiche che questa comporta. Era quanto, sulla base della celebre analisi sul Hype Cycle di Gartner, affermavamo nell’articolo Stampa 3D: è ora di fare sul serio? Una lettura del 2015 che, con il senno di poi, si conferma più che mai attuale.

TANTI BEI NUMERI, MA A COSA SERVE LA STAMPA 3D OGGI?

Le tecnologie emergenti generano istintivamente una curiosità da parte degli investitori. Si è tentati dalla volontà di generare per la propria azienda un vantaggio competitivo dall’adozione di una nuova tecnologia. Per contro, si ha la necessità di convincersi che investire in soluzioni di un certo tipo generi realmente dei vantaggi, senza ridursi a mere operazioni di marketing. Inoltre, su cosa investire? Come orientarsi tra le centinaia di prodotti e soluzioni disponibili sul mercato? E soprattutto, quali sono le applicazioni in cui la stampa 3D è oggi in grado di apportare vantaggi tangibili?

Grazie ad un’applicazione proprietaria basata sull’intelligenza artificiale, Sculpteo ha processato un’elevatissima quantità di dati per proporre una risposta credibile a tutte le domande più frequenti in fatto di Stampa 3D. Da quanto emerge nell’annual report 2017 del service francese, gli investimenti sul 3D Printing avrebbero riguardato per il 34% la prototipazione e per il 23% la fase di concept. Numeri che, sommando quasi il 57% del totale, confermerebbero una maturità di questa tecnologia nella fase di progettazione, con la finalità di accelerare lo sviluppo (28%), personalizzare il prodotto (16%) ed aumentare la flessibilità della produzione (13%). Più indietro, anche se in crescita, l’incidenza percentuale legata alla produzione (22%). Molto interessante anche la quota di mercato destinata alla stampa 3D nel settore marketing / eventi (10%), per via della sua grande flessibilità nella produzione in serie limitate. Un aspetto su cui ci eravamo soffermati nell’articolo Un Trofeo in Stampa 3D: dal concept all’evento di gala.

Un altro dato di lettura molto interessante è dato dal tentativo di prevedere quali saranno tra cinque anni le motivazioni che dovrebbero spingere ad investire sulla stampa 3D. Un’analisi che restituisce valori sostanzialmente molto simili a quelli attuali. La crescita di fattori legati alla produzione c’è, ma rifletterebbe quell’andamento lento e progressivo che caratterizza la stabilità degli investimenti tipici dei settori industriali.

3D Printing Applications

Analisi delle principali applicazioni della stampa 3D nel 2017 (credits Sculpteo)

Investimento stampa 3d

Le principali motivazioni legate all’investimento nella stampa 3D nel 2017 (credits Sculpteo)

STAMPA 3D A RITMO DI METAL

Una tecnologia produttiva non può naturalmente prescindere dai materiali con cui si plasmano le sue creazioni. Per chi opera nel settore industriale è di fondamentale interesse il tema della stampa 3D dei metalli, al tempo stesso croce e delizia dell’Additive Manufacturing. Anche in questo caso, le risposte che arrivano dal mercato si traducono in numeri decisamente incoraggianti. A confermarlo in questo caso è l’analista americano Smartech, che nel suo report tematico fissa in 950 milioni di dollari il volume di revenue totalizzato dalla stampa 3D legata alle polveri metalliche. Il valore equivale a circa un sesto il volume complessivo stimato per l’intero 3D Printing Market.

Secondo una simulazione basata su un accurato modello previsionale, Smartech prevede che il Metal 3D Printing possa arrivare a fatturare circa 6,6 miliardi di dollari nel 2026, un dato che la prospetterebbe come una delle tecnologie legate all’Additive Manufacturing con maggiori margini di crescita potenziale. Dal punto di vista delle motivazioni che spingerebbero ad approcciarsi a questa tecnologia, Sculpteo individua la stampa 3D dei metalli quale problem solver per il design di forme complesse ed impossibili da ottenere con i processi tradizionali (16%), la riduzione dei costi (11%) e la maggior flessibilità sulle produzioni in serie limitata (9%). Tra i metalli più utilizzati svetta in modo netto l’alluminio (62%), seguito dall’acciaio (22%) e dal titanio (8%). Assolutamente marginali le incidenze percentuali dei metalli preziosi, il che confermerebbe ancora una volta come il settore Jewelry al momento si avvalga delle tecnologie di 3D Printing, metal e non, principalmente per il tooling e la realizzazione degli stampi, piuttosto che per la realizzazione del prodotto finale.

Ulteriori garanzie arrivano dal volume di investimenti spesi in questo settore. General Electric nel 2016 è entrata a gamba tesa sul mercato con l’acquisizione di due specialisti della produzione metallica additiva come Arcam (Svezia) e Concept Laser (Germania), rilevati per un totale di circa 1,4 miliardi di dollari. Si tratta di due innesti fondamentali per la divisione GE Additive, con cui il colosso americano intende posizionarsi in maniera determinante sul mercato europeo. In questa direzione va interpretata l’apertura del Customer Experience Center di Monaco di Baviera, che segue le iniziative analoghe intraprese già nel 2016 da EOS, l’altro principale produttore mondiale in fatto di Metal 3D Printing.

Se il progresso delle tecnologie di stampa e sui materiali creerà le condizioni indispensabili per poter surrogare i processi tradizionali, implementare i vantaggi dell’Additive Manufacturing nelle aziende sarà sempre più un fatto di competenze. Avvalersi di una consulenza sul 3D Printing rappresenta per un’azienda un punto di partenza essenziale per valutare e ponderare l’efficacia di un investimento nel settore. Una risposta consapevole non può oggi prescindere da una valutazione caso per caso di esigenze ed obiettivi legati al design, alla prototipazione e alla produzione di un prodotto.

reply gemelli titanio in 3D

L’impiego di tecnologie additive consente di sperimentare design con forme altrimenti impossibili da ottenere, oltre a prototipi e test di produzione innovativi, come nel caso di questi gemelli in titanio realizzati da Protocube Reply (credits Protocube Reply)

Fonti consultate per la redazione del presente articolo: Wohlers, Forbes, Grand View Research, Context, Canalys, Smartech, Sculpteo Investing News, General Electric, Concept Laser, Zortrax.

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Francesco La Trofa

Architetto e giornalista, con 20 anni di esperienza nelle tecnologie 3D.
Consulente di enti pubblici e aziende 3D per aspetti legati alla progettazione e alla comunicazione.
Responsabile dei contenuti editoriali di Treddi.com e co-fondatore dei Digital Drawing Days, evento unico nel suo genere in Italia.
Collabora attivamente nella ricerca e nella didattica presso il Politecnico di Milano.
Per Protocube Reply cura 3D STORIES.